domenica 15 settembre ore 18.00
TIDA – Teatro Instabile di Aosta
Quintetto e Playlist
biglietto 5 euro
Quintetto (solo)
coreografie e regia Marco Chenevier e Smeralda Capizzi
con un danzatore
produzione Teatro Instabile di Aosta
durata 1 ora
Entrata, semibuio, accende da solo una luce, ha una borsa di plastica. Al pubblico è stato dato un retorico foglio di sala zeppo di neologismi con spiegato un concept incentrato sull’’essenzializzazione’ della partitura, sull’eliminazione del superfluo e sulla ricerca dell’essenza del corpo e dell’arte.
Un solo attore, quattro fari sulla scena, il mixer luci ed audio vuoti.
Così inizia Quintetto.
Il sistema teatrale, lo spettacolo è un ‘prodotto’, che viene realizzato attraverso un processo di ricerca, attraverso un ‘lavoro’.
Il sistema produttivo di uno spettacolo, non differisce da un qualunque altro sistema produttivo.
Ma cosa succede se lo spettacolo in sé, visto come un semplice sistema produttivo, come ‘lavoro’ in sé, viene ‘tagliato’?.
Via quattro partiture del quintetto, via la tecnica, via ogni orpello. Come se in un grande stabilimento di produzione di automobili, fossero tutti licenziati, e restasse nella grande officina, svuotata anche delle macchine, l’ingegnere, con alcuni progetti. E basta.
La crisi dovuta all’implosione del sistema produttivo può trovare un’alternativa… che è totalmente in mano alla situazione presente. Il coinvolgimento del pubblico per realizzare un’idea di ciò che il quintetto era, crea una situazione di cooperazione che è necessaria per il compimento del lavoro stesso.
L’équipe che si crea, nel gioco teatrale, diventa una squadra cooperante che lavora ad un progetto, secondo un unico flusso di informazione e con un obiettivo comune: come un sistema lavorativo-produttivo.
In Quintetto il clima è irriverente, di gioco del tutto condiviso con il pubblico in un rapporto ‘alla pari’.
La fisicità resta centrale. Il performer è donato completamente al pubblico e nel rapporto che con il proprio corpo che è radicalmente ingaggiato nelle azioni fisiche e non è un oggetto simbolico della scena.
Playlist (solo)
coreografia Marco Chenevier
interprete Alessia Pinto
produzione Teatro Instabile di Aosta
durata 30 minuti
Una playlist è una lista di canzoni realizzata su un supporto multimediale, realizzata in sequenza.
In una stanza immaginaria una donna cerca un luogo. Cerca un posto dove stare e risuonano le note di un celebre brano delle Coco Rosie. Ha un abito che non le sta bene, è in imbarazzo, e cerca solo un posto dove stare. La ricerca si fa ossessiva, diventa nevrotica: la ricerca si trasforma in una fuga.
Ma la Playlist interrompe il climax, e di brano in brano, da Brassens a David Bowie, da Jeanne Moreau a Mina, la danzatrice passa di costume in costume, svelando la sua nudità, ricoperta da sempre nuove maschere.
Gli ambienti si susseguono così, con tagli netti e sfumati, in un compulsivo percorso dove dapprima sembra che sia proprio la musica ad imporre cambi e ritmi, ma lentamente il rapporto si inverte, in un quadro finale dove un’Italia stracciata e decadente, con forchette al posto della corona ed un manuale di ristorazione alberghiera degli anni ’80, troneggia sulle note di J’ai la mémoire qui flanche.
La compagnia ha lavorato proprio sul concetto di playlist, di zapping musicale, di consumismo applicato agli stati fisici. La superficialità dei rapidi passaggi da un’attività ad un’altra si concretizza nei passaggi musicali.
Ma in questo tessuto ritmico affiora un senso ben più profondo, affiora il sentire della danzatrice che nel suo essere proiettata come una trottola da una parte all’altra, respira nel tempo presente e realizza un malessere critico rispetto al totale non-radicamento dell’azione. In questo si attua il vero basamento drammaturgico, il puzzle prende forma ed assume uno (o più) significati. Il criceto non ha più voglia di correre dentro la ruota, o semplicemente, la ruota si è rotta.