venerdì 8, sabato 9 novembre ore 21.00
domenica 10 novembre ore 17,30
Giorgio Tirabassi e ‘Hot Club Roma’
Rqs produzione
Giorgio Tirabassi, voce e chitarra solista
Moreno Viglione, chitarra solista
Mauro Carpi, violino
Gianluca Galvani, cornetta
Gian Piero Lo Piccolo, clarinetto e sax
Gianfranco Malorgio, chitarra ritmica
Renato Gattone, contrabbasso
Gianluca Perasole, batteria
Ideato dal chitarrista romano Gianfranco Malorgio dell’Hot Club Roma in collaborazione con il direttore artistico del Festival Jazz Tradizionale di Lanciano Renato Gattone, lo spettacolo di musica e parole racconterà al pubblico la vita del più grande jazzista europeo, icona indiscussa dello stile Manouche, all’apice del successo negli anni Trenta e Quaranta.
Giorgio Tirabassi, attore della scuola di Gigi Proietti, è anche un grande appassionato di chitarra. Nello spettacolo Django Reinhardt, il fulmine a tre dita riveste il duplice ruolo di narratore e musicista: attraverso la lettura e la recitazione, racconta i passi e gli aneddoti più significativi della vita del jazzista gipsy. Tra momenti ironici e passaggi commoventi, lo spettatore si ritroverà proiettato nell’Europa della sale da ballo della Parigi negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, percependone le atmosfere come in un film in bianco e nero.
Jean Reinhardt (Liberchies, 23 gennaio 1910 – Samois-sur-Seine, 16 maggio 1953) in arte Django Reinhardt è stato un chitarrista jazz belga di etnia Sinti. Dopo l’incendio della roulotte in cui viveva che gli provocò l’atrofizzazione delle dita anulare e mignolo della mano sinistra, cicatrizzate insieme, Django sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria, riuscendo a vincere la menomazione. La fama dei suoi virtuosismi e del Quintetto Hot Club de France che fondò negli anni Trenta assieme al violinista Stéphane Grappelli, varcò ben presto i confini del vecchio continente: fu Duke Ellington a invitare Django negli Stati Uniti d’America (primo jazzista europeo chiamato a suonare negli Usa) per una tournée conclusa alla Carnegie Hall di New York nel 1946. Mito senza tempo, alla vita di Django si riferì Woody Allen con il film Accordi e disaccordi nel 1999. L’anno dopo uscì Chocolat del regista Lasse Hallstrom con Johnny Depp attore protagonista; Minor Swing, uno dei brani simbolo di Django, era il tema della colonna sonora candidata all’Oscar nel 2001.
Il Jazz Manouche è uno degli stili del jazz. Si suona con due chitarre, una solista e una ritmica, e un contrabbasso, spesso accompagnati anche da una voce e/o da un violino e/o da un clarinetto. L’improvvisazione, anche su brani sentiti per la prima volta, è la base dello spirito musicale manouche. Nel Progetto Django Reinhardt, il fulmine a tre dita la musica è affidata ad una band di sette musicisti professionisti del Gipsy Jazz – due chitarre, un violino, due fiati, contrabbasso e batteria – per una potenza di suoni che si preannuncia coinvolgente e appassionante. Di facile ascolto, il Jazz Manouche alterna momenti ricchi di virtuosismi ad altri romantici e intrisi di malinconia; sentimenti e stati d’animo che solo la musica gitana sa evocare, riuscendo a toccare le corde più nascoste di ognuno di noi.