sabato 23 maggio
ore 18.30
Finzioni in tre capitoli e una premessa
Di e con Fulvio Pepe
L’autore di Finzioni in tre capitoli e una premessa è anche l’attore che lo interpreta; questa coincidenza di ruoli costituisce la condizione originaria e necessaria da cui il testo nasce.
L’opera raccoglie infatti un insieme di appunti presi dall’autore in un arco temporale di circa dieci anni e riorganizzati intorno ad unico perno esplorativo e di analisi. Tale baricentro rappresenta in verità una tesi che scaturisce dalla convinzione che l’attività di interprete cioè la recitazione, rappresenti il più formidabile strumento di analisi della realtà a cui si possa accedere.
Questo il motore che muove l’interprete al racconto di tre specifici casi presi dalla cronaca o addirittura dal Vangelo in cui questa tesi si dimostra e si conferma.
Attraverso ricordi ed esperienze personali l’autore-attore tenta sulla scena di conquistare un particolare punto di vista della realtà oggetto di analisi attraverso l’interpretazione concreta dei personaggi protagonisti di quelle vicende. Questo processo non porta a verità assolute, ma può portare a verità relative, cioè quelle possibili: di tutte le verità almeno una che possa essere utilizzata da un attore che si trovi in obbligo di dare una lettura degli eventi.
Da dove si potrebbe partire se si dovessero interpretare i terroristi dell’undici settembre? Cosa può muovere la fantasia erotica di un pedofilo? Che tipo di frustrazione si può nascondere dietro un atto di violenza di massa?
La ricerca di una delle possibili risposte a domande come queste rappresenta il lavoro che l’attore-autore svolge in scena per arrivare ad elaborare un punto di vista, necessaria via di accesso alla lettura di quelle realtà.
“Finzioni in tre capitoli e una premessa” si muove su un territorio che ci affascina da sempre: l’attrazione e la curiosità verso fenomeni contemporanei privi di logica apparente o la cui spiegazione categorizzata semplicisticamente dai media non ci convince affatto.
Se è vero quanto diceva Visconti sull’arte cinematografica, cioè: “La posizione della macchina da presa rispetto alla scena è sempre e solo la soluzione di una questione morale”, allora, necessariamente, anche lo studio per l’interpretazione di un personaggio lo è.
Ingresso 10 €
Info
Teatro Scuderie Villino Corsini
Via di San Pancrazio 10
(Villa Pamphilij) Roma
scuderieteatrali@gmail.com
065814176