domenica 8 giugno ore 11.00
a cura del Conservatorio di S. Cecilia
con Ensamble Cecilia Classica
Adriano Fabio Testa clarinetto
Francesco Deantoni, Daniel Molino violino
David Oltra viola
Rositsa Nicolaeva Ruseva violoncello
Mert Solmaz pianoforte
Alessio Esposito organo
Yue Zhu soprano
Wan Ying Lu soprano
Formatosi sotto la guida del M° Roberto Galletto, l’Ensemble è costituito da studenti interni e laureati del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Si esibisce con successo presso la Sala Accademica del Conservatorio stesso e in diversi luoghi della Capitale con un ricco repertorio che vede musiche di Prokofiev, Bliss, Howells, Saint Saens, Tchaikovsky e Philip Glass.
note ai brani
– Arthur Bliss, 1891-1975, è stato un rinomato compositore e direttore d’orchestra inglese.
Pastoral per clarinetto e pianoforte fu scritta tra il dicembre 1916 e il gennaio 1917 durante il servizio militare del compositore, e la prima esecuzione avvenne il 17 febbraio 1917.
In origine rappresentava il secondo di due pezzi per clarinetto e pianoforte di cui il primo è andato perduto, e fu pubblicata nel 1980. Pastoral rappresenta quindi una delle primissime composizioni di Bliss pervenutaci. Una composizione che nella sua brevità cela un dialogo toccante e molto intimo; un climax con passione di idee che vicendevolmente clarinetto e pianoforte presentano e confermano. Un tema grazioso con i suoi estesi passaggi e le sue lunghe melodie ‘ad arco’, richiama e celebra la condizione dell’uomo, lo stato dei suoi sentimenti in un momento così drammatico come la Grande Guerra.
– “La musica popolare ebraica mi ha davvero impressionato. Ha mille sfaccettature: può apparire felice quando è tragica; è quasi sempre una risata fra le lacrime. Gli ebrei sono stati tormentati cosi a lungo da aver imparato a nascondere la loro disperazione: esprimo la loro afflizione con la musica da ballo.”
[Dmitri Shostakovich]
Tra tutte le opere cameristiche di Sergei Prokofiev , l’Overture su Temi Ebraici op.34 spicca per l’originalità del suo organico strumentale.
Prokofiev arrivò a New York nel settembre 1918, i suoi anni in America non furono di successo come aveva sperato: “Il pubblico qui non è abituato ad ascoltare i lavori di un singolo compositore per un’intera serata; preferisce un programma variegato come vetrina per brani popolari”.
Nei primi mesi del 1919 gli fu commissionato dal Zimo Ensemble, sestetto guidato dal clarinettista Simeon Bellison (presto Primo Clarinetto della New York Philharmonic Symphony Orchestra) un brano che prevedesse l’organico del sestetto stesso, clarinetto pianoforte e quartetto d’archi, e che richiamasse temi dalla tradizione popolare ebraica.
Il sestetto era composto da alcuni vecchi compagni di studi di Prokofiev, musicisti ebrei russi che tentavano di raccogliere i fondi necessari per fondare un Conservatorio a Gerusalemme.
Prokofiev scrisse l’Overture in breve tempo cercando di conservarne il più possibile l’originale carattere popolare. La Prima ebbe luogo con gran successo a New York il 26 gennaio 1920 con il compositore stesso al pianoforte come ospite d’onore. Il Zimo Ensamble, prima del suo scioglimento nel 1922, eseguì l’Overture in più di una occasione al Carnegie Hall.
Il valore della musica popolare ebraica sta nel suo sapore tragico-felice che molti compositori trovavano estremamente potente e d’effetto. I temi che Prokofiev scelse per il suo brano non mancano sicuramente di questo valore: il primo motivo, introdotto dal clarinetto, è instabile e festoso, un ‘poco allegro’ che richiama inequivocabilmente la musica klezmer; il secondo, un nostalgico ‘cantabile’, è affidato al violoncello.
– Koyaanisquatsi, omonimo titolo per musica e film firmati da Philip Glass e Godfrey Reggio con la produzione di F. Ford Coppola, è un termine che secondo la lingua Hopi degli indiani d’America significa “vita squilibrata, in disintegrazione”, “vita esagerata”.
Privo di trama e dialoghi, questa opera si regge su un melange di musica e immagini abilmente concertati e alternati a momenti di silenzio che evocano il drammatico sviluppo dell’uomo e il suo progressivo allontanamento da una originaria situazione di naturalità.
Durante l’ultimo movimento Prophecies il compositore affida alle voci alcune delle profezie pronunciate dalla tribù degli Hopi:
“Scavando e prelevando dalla Terra inciteremo al disastro”
“Approssimandoci al giorno della Purificazione tele di ragno copriranno il cielo”
“Senza la redenzione degli uomini, montagne di cenere cadranno un giorno dal cielo, bruceranno la terra e prosciugheranno gli oceani”
Nel 2000 musica e film sono stati inseriti nel National Film Registy degli Stati Uniti d’America in quanto “significativi sotto l’aspetto culturale, storico ed estetico”.
Domeniche in Musica è un progetto del Teatro Tor Bella Monaca e del Conservatorio di S. Cecilia che vedrà sulla scena, tutte le domeniche mattina fino a giugno, noti artisti e giovani talenti della musica italiana ed internazionale.
Caffè offerto al pubblico dal teatro – biglietto unico 5 euro