Manifestazioni culturali in occasione del 70° anniversario della liberazione di Roma
La mostra “Passaggi nella città prigioniera” è dedicata alla memoria della Roma occupata dai nazisti dal settembre 1943 al giugno 1944, e indaga quel periodo storico grazie al registro degli eventi codificati attraverso un apparato documentario curato scientificamente da Antonio Parisella, Presidente del Museo storico della Liberazione, ne propone una lettura estetica con i video “Passaggi – Durchgänge” (2011) e “Nella città prigioniera” (2014) dell’artista visivo Jacopo Benci, dedicati rispettivamente al luogo di detenzione di via Tasso e al racconto di ciò che successe nella città attraverso la voce di un testimone di quei mesi, Citto Maselli.
La mostra, realizzata in collaborazione del Dipartimento Cultura- Servizio Spazi Culturali e presentata in occasione della giornata della memoria 2014 presso la Sala Sant Rita , viene ora riproposta presso la sede del Museo storico della Liberazione di Via Tasso e nel foyer del teatro di Tor Bella Monaca presso il quale i video dell’artista Jacopo Benci saranno mandati in loop su uno schermo e potranno inoltre essere visionati nella sala piccola del teatro durante i giorni di esposizione dalle 20.00 alle 21.00
Il titolo rimanda a un aspetto che Rossellini aveva colto già nel 1945 in “Roma città aperta”: laddove i tedeschi pensavano di controllare la città con le loro macchine fotografiche, carte topografiche, lenti d’ingrandimento, sfuggiva loro il movimento – i “passaggi”- dei cittadini-resistenti attraverso sotterranei, tetti, soffitte, cantine.
La Roma occupata fu bombardata più volte dopo il primo traumatico bombardamento di San Lorenzo il 19 luglio 1943 e il 16 ottobre venne rastrellato il Ghetto. Durante quei mesi la città visse uno dei suoi momenti più tragici, con il massacro delle Fosse Ardeatine seguito all’attentato di Via Rasella del 23 marzo 1944.
Mentre gli alberghi di via Veneto erano occupati dai comandi nazisti, in via Tasso si istituiva il Comando della polizia di sicurezza, guidato da Herbert Kappler, con annesso un carcere nel quale le persone erano interrogate, detenute e torturate. Oggi parte dell’edificio di via Tasso è divenuto il Museo storico della Liberazione, una testimonianza eloquente dei tragici mesi nei quali Roma fu prigioniera.