giovedì 22 maggio ore 21.00
un progetto di Teatro Tor Bella Monaca e Federazione CEMAT
in collaborazione con Fondazione Teatro La Fenice Venezia e Conservatorio S.Cecilia
Un’importante iniziativa di promozione dell’opera lirica, con la proiezione di 9 opere prodotte dal Teatro La Fenice di Venezia. In alcune delle serate, le proiezioni saranno precedute da brevi interventi di giovani cantanti lirici che interpreteranno arie da alcune opere.
Giuseppe Verdi
Luisa Miller | 2006, Teatro La Fenice
con Darina Takova, Giuseppe Sabbatini, Damiano salerno, Alexander Vinogradov, Arujun Kotchinian, Ursula Ferri, Luca Favaroni, Elisabetta Martorana
orchestra e coro del Teatro La Fenice
direttore Maurizio Benini
atto primo
Un villaggio tirolese, nella prima metà del 1600. All’ alba di una giornata primaverile i contadini si riuniscono per festeggiare il compleanno di Luisa, la soave figlia del vecchio soldato in ritiro Miller: i due sono commossi, ma trepidano per l’arrivo di Carlo, lo straniero legato a Luisa da intenso amore. AI primo incontro col giovane tristi presentimenti avvincono Miller, che si attarda sulla via della chiesa offrendo l’occasione a Wurm, cortigiano presso il castello del conte di Walter, di chiedergli spiegazioni: già un anno è trascorso da quando gli aveva chiesto la mano della figlia, e ora Luisa si appresta a sposare un altro? Miller obietta che mai costringerebbe la figlia ad una scelta così personale; Wurm gli svela allora la vera identità di Carlo, che in verità è Rodolfo, figlio di Walter.
In una sala del castello di Walter, Wurm ha appena narrato al signore la sconsiderata intenzione del figlio, che rischia di mandarne a soqquadro il matrimonio con la nipote Federica, duchessa di Ostheim. Walter si comporta come se nulla sapesse e comunica a Rodolfo il proprio progetto, quindi lo forza a chiedere la mano alla sopraggiungente duchessa. Tuttavia il giovane, a colloquio con Federica, le confessa di amare un’ altra, destandone lo sdegno.
Dall’interno della casa di Miller si odono le grida dei cacciatori; Luisa è in attesa dell’amato quando il padre la affronta svelandone la vera identità e giurando vendetta. Rodolfo giunge appena in tempo per rassicurare Luisa, ammettendo il torto, ma giurandole eterna fedeltà. In quella interviene Walter in persona: accusando Luisa di essere una volgare seduttrice, provoca Miller, che sguaina la spada e lo minaccia. Walter replica ordinando d’imprigionare padre e figlia; ma Rodolfo ottiene la libertà dell’amata, minacciando il padre di rivelare a tutti come egli sia divenuto conte di Walter. Gli arcieri si allontanano con Miller, Luisa sviene.
secondo atto
Luisa è costretta da Wurm, che le annuncia l’imminenza dell’esecuzione di Miller, colpevole di oltraggi e minacce al conte, a dichiarare per iscritto di non amare Rodolfo bensì egli stesso, Wurm.
A castello, Walter medita sulle debolezze affettive del figlio e risolve di continuare nella propria intransigenza. Nel successivo incontro con Wurm i due uomini stabiliscono il piano, ma riconoscono di essere esposti a un alto rischio per la minaccia di Rodolfo, che sa dell’assassinio del cugino del conte, voluto da quest’ultimo e attuato da Wurm. Ritiratosi quest’ultimo, entra Federica, cui Walter annuncia che l’amore di Rodolfo per Luisa sarà presto spento: è proprio la giovane a farsi avanti, accompagnata da Wurm, e a dichiarare, sotto la minaccia dell’uccisione del padre, che ama Wurm.
Nel giardino pensile del castello, Rodolfo, con la lettera vergata da Luisa, appare sconvolto e rievoca con strazio l’intimità amorosa con Luisa. Convocato Wurm, lo sfida a duello; per salvarsi Wurm spara in aria. Accorre gente da ogni parte fra cui Walter, che approfitta del disorientamento del figlio per proporgli la vendetta più dura verso l’ingrata: sposare Federica. Rodolfo acconsente.
atto terzo
Attorniata dalle arniche, Luisa, che ha deciso di lasciarsi morire, sta scrivendo all’amato. Così la trova Miller appena uscito di prigione: è commosso dalla devozione filiale, ma Luisa si comporta freddamente; quindi affida al padre la lettera, nella quale dà appuntamento a Rodolfo nell’altra vita. La vista del padre sconvolto, però, fa desistere la giovane, che gli propone di abbandonare il paese per una vita raminga e povera ma lontana da nemici tanto malvagi.
Dall’esterno proviene il suono dell’organo della chiesa; ella si accinge all’ultima preghiera nella casa amata, quando s’introduce Rodolfo, che viene a chiedere spiegazione della lettera e, di nascosto, versa del veleno nella brocca sul tavolo. Quando Luisa gli conferma che il foglio è di propria mano egli beve, poi dà da bere anche a lei, quindi rivela il contenuto della tazza. Prima di morire, assistita dal padre e da Rodolfo, Luisa fa in tempo a spiegare la verità, gettando l’amato nel più acuto sconforto. Sopraggiungono poi Waltet; Wurm e alcuni contadini; prima di stramazzare al suolo, Rodolfo trafigge con la spada l’odiato Wurm.