venerdì 7 e sabato 8 aprile ore 21
domenica 9 aprile ore 18
giovedì 6 aprile ore 10.30 (matinèe scolastiche)
di Anton Cechov nella versione di Duccio Camerini
con Sandro Calabrese, Duccio Camerini, Ciro Carlo Fico, Filippo Orlandi, Maria Vittoria Pellecchia, Francesca Sgheri
spazio scenico Roberta Gentili
Produzione GTS Artisti Riuniti
“Scene di vita di campagna” scriveva l’autore per definire il suo testo, che ancora oggi resta per fortuna indefinibile, e al di là di facili scorciatoie e catalogazioni televisivo-contemporanee. L’assurdo, i tic compulsivi, le manie, le ossessioni dei suoi personaggi, il loro continuo e persistente antieroismo. Una commedia che analizzando l’immobilità, la paralisi, diventa tragedia. O viceversa. Ma è così tutto il teatro di quest’uomo morto a soli quarant’anni, dopo aver speso una vita tra onesta’ impegno e modestia, una vita densa come quella di un ottantenne. Ancora oggi sentiamo Cechov come il più giovane e irrisolto degli autori classici. Infatti questo ragazzo invecchiato, che arrossiva quando incontrava Tolstoj, doveva proprio all’ossimoro della sua esistenza la sua principale energia creativa: lui era due persone, aveva due età, era ragazzo ma anche uomo. Era ingenuo eppure disincantato. In lui, la “linea d’ombra” di Conrad, non era così facile da trovare. Antoscia Cechonte’, questo era il suo nomignolo d’arte da giovane, quando sperimentava i primi racconti, è morto appunto giovane, troppo giovane per farsi incasellare in una forma. Vecchio non ci è diventato mai. Questa la feconda contraddizione paradossale che anima le sue indagini sulla vecchiaia e sul tempo. Il nostro spettacolo parla di questo: dell’età interiore che ognuno di noi ha, in rapporto ai suoi pericolosi sogni e al tempo che passa silenzioso. Tratta di giovinezza a termine, della vecchiaia con cui non vogliamo fare i conti, del vano e assurdo agitarsi di donne e uomini nella speranza di ritardare il più possibile quel momento: come una linea, una porta, che prima o poi si chiude dietro di te, incasellandoti in una forma che non hai richiesto. Ma “Zio Vanja” è anche la storia di una famiglia, un racconto sentimentale, che abbiamo scelto di portare in scena cercando di “pulirci” da tutti i manierismi “alla” Cechov, ormai Insopportabili come tutti i manierismi. “Zio Vanja” a volte sembra un sogno, a volte un incubo, a volte è ridicolo e scanzonato. E’ una delle sue investigazioni sul tempo, condotta con animo “straniero” da un uomo che del tempo ha conosciuto solo un pezzo, troppo poco per farsi intimorire. (Duccio Camerini)
Progetto artistico La Casa Dei Racconti
BIGLIETTI
intero 10,00 euro
ridotto 8,00 euro
ragazzi 6,00 euro
info e prenotazioni 06/2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it