domenica 7 giugno ore 21 – proposta dal territorio
Scritto e diretto da Francesco Ventimiglia
con Lucia Abbate, Beatrice Cipolloni, Annamaria D’Agapito, Marina Di Loreto, Anna Evangelista, Paola Marchetti, Stefania Marcucci, Valentina Meola, Rosella Mucci, Violetta Pisani, Carmela Sabina e Giuseppe Sorvillo
Dramma, Commedia e Farsa in Undici quadri, Anteprima, Prologo e Finale: settanta minuti di provocazione, satira, intemperanze lessicali, paradossi, sorrisi.
Ass. Cult Senartica
ALL’OMBRA DI UN CANARINO GIALLO è uno spettacolo a frammenti, “fuori schema”; come fuori schema è il mondo che intende rappresentare. Un insieme disordinato di schegge che stenta a trovare unità compositiva, orfano di modelli di riferimento. Nato dal lavoro di un laboratorio – diretto dall’autore e organizzato dall’Associazione culturale Senartica di Guidonia – la messa in scena per atmosfere, ambientazioni e linguaggi vuole richiamarsi alla grande tradizione umoristica europea del Novecento; quella letteratura del sorriso “scritto e pensato”, oggi troppo spesso trascurata dal mercato della comicità “usa e getta” televisiva, rilassante e consolatoria. Composta da quadri a sé stanti – scene, dialoghi, monologhi, calembour – legati da brani musicali “al sapore di Jazz” (e non solo), la rappresentazione disegna un percorso di lacerazioni e frantumazioni: di idee, tensioni, valori di un ordine sociale, il nostro, che sembra avere perso l’orientamento. Tante le storie raccontate, tanti i protagonisti, unico lo sfondo nel quale si animano: un mondo artificiale che confina nelle regole impersonali di un mercato sempre più invadente la stessa ideologia dell’esistenza. Sul palcoscenico, in ordine sparso, sfilano coppie che non sanno più amare, gruppi che non sanno più solidarizzare, parole che non sanno più comunicare, visionari che non sanno più sognare. E viaggiatori che non sanno più dove andare, alla ricerca di un improbabile vessillo – giallo canarino – ormai stanco e logoro, senza forma e contenuti. Fantasmi di un paesaggio surreale. Vittime inconsapevoli di un destino consapevole, costruito ad arte da un potere indistinto, tanto violento quanto sconosciuto. Trafitti da un raggio di sole … “ed è subito sera”! Un universo grottesco di realtà virtuali, in grado di accettare ogni cosa e il suo contrario; di risucchiare le diversità e neutralizzarle; di inglobare la lotta e l’alienazione, la vita e la fuga. Incapaci di combattere o di abbandonare il campo, per trovare pace i personaggi sembrano allora condannati a inabissarsi nello stato di incoscienza, negli automatismi ripetitivi di un quotidiano indifferente e indifferenziato, dove la speranza risiede ancora una volta nella forza della denuncia e dell’ironia.